Decarbonizzazione, Claudio Descalzi: "Diverse le situazioni tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo"
Covid-19 e settore energetico: il commento di Claudio Descalzi
La pandemia provocata dal Coronavirus ha colto impreparato tutto il mondo. Non solo a livello sanitario, ma soprattutto dal punto di vista culturale, economico e sociale. E la crisi ha colpito anche il settore dell’energia, alle prese con il cambiamento climatico e gli obiettivi di decarbonizzazione. Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, apre così il suo intervento all’Atlantic Council di Washington. In occasione dell’evento online organizzato dal think tank, in diretta lo scorso 16 novembre, il manager ha parlato delle numerose sfide che attendono il comparto a livello internazionale. Una delle priorità è continuare nel processo di transizione energetica, nel quale Eni "sta giocando un ruolo ed investe in vari aspetti: culturale, tecnologico, produttivo". Un cammino iniziato dalla società già nel 2014, che ha adeguato la propria mission agli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: "Attraverso l’incorporazione nelle strategie dei 17 principi ESG dell’ONU, è cambiato anche il focus sulla tecnologia che ha portato ad investire più di 4 miliardi in nuove tecnologie negli ultimi 5 anni", ha dichiarato Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi: "Non tutti i Paesi sono pronti"
Il percorso di Eni, tra le prime ad anticipare l’attuale tendenza verso la transizione green, ha portato allo sviluppo di circa 7.800 brevetti, all’aumento del numero dei ricercatori e all’apertura di sette centri di ricerca in Italia. Uno dei progetti in campo è basato sull’utilizzo della fusione magnetica, ha spiegato Claudio Descalzi: "Può essere la vera svolta tecnologica con il più alto potenziale per rispondere alla crescente domanda mondiale di energia pulita e permetterà infatti di produrre energia sicura, a zero emissioni di gas serra". Tuttavia, ha sottolineato il manager, lo scenario attuale vede ancora i combustibili fossili protagonisti, con le emissioni di CO2 in aumento: "Non tutti i Paesi, non tutte le industrie, non tutti i player sono pronti. Chiaramente abbiamo diverse situazioni tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo". Un gap che l’emergenza sanitaria non ha fatto altro che accentuare: per questo l’AD di Eni ha parlato dell’importanza di un coordinamento a tutti i livelli per affrontare il cambiamento. "Mi rendo anche conto – ha concluso Claudio Descalzi – che non è facile dire a un’azienda: fai dei sacrifici economici, riduci i tuoi profitti per le prossime generazioni. Sono fiducioso che presto in Europa troveremo un consenso comune".